Attualmente, stando ai dati dei Consulenti del Lavoro, la percentuale di lavoratori che svolgono l’attività attraverso il lavoro agile è del 5,2% contro un percentuale poco superiore all’1% pre-lockdown. Nei mesi di chiusura totale, la percentuale era salita sopra l’8%.
Il lavoro agile di fatto è stato e continua ad essere uno degli strumenti più significativi utilizzati nel mondo lavorativo per contrastare l’epidemia Covid 19.
Difatti, grazie alle disposizioni contenute nel Protocollo condiviso fra Governo, aziende e sindacati del 24 aprile 2020 e successivamente aggiornato di volta in volta, è stata data la possibilità alle aziende di utilizzare lo smart working per tutte le attività che possono essere svolte dai lavoratori presso il domicilio o a distanza.
Lo smart working resta privilegiato, in tutti i casi in cui le mansioni lavorative lo consentono, fino al 15 ottobre (durata attuale dello stato d’emergenza).
La novità più significativa riguardante il lavoro agile è stata introdotta all’interno del Decreto Agosto approvato dal Governo, ove viene specificata la cessazione del diritto da parte dei genitori di richiedere di lavorare da casa. Tale cessazione è stata stabilità a partire dal 14 Settembre (riavvio delle attività scolastiche); pertanto per i genitori da questa data verrà meno il diritto di richiedere di lavorare in smart working, che per tale categoria di lavoratori risultava stringente.
È da sottolineare comunque che per tutta la durata dello stato di emergenza lo smart working dovrà essere privilegiato e potrà essere utilizzato dalle aziende senza alcun accordo sindacale; ma non vi sarà più diritto ad ottenerlo.