A due mesi dalla fine del 2011 il bilancio delle morti bianche appare in aumento rispetto al 2010. Da gennaio ad ottobre infatti le vittime sul lavoro sono state 460 contro le 441 dello stesso periodo del 2010. Nel mese di ottobre gli incidenti mortali sono stati 57, undici in più rispetto alla media mensile registrata nel 2011 nel nostro Paese e pari a 46 casi. La situazione peggiora e l’incremento della mortalità del 4,3 per cento tra il 2010 e il 2011 ne è una conferma. A segnalare l’emergenza è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering che si occupa di monitorare ed elaborare i dati quotidianamente.
Ad indossare la maglia nera per numero di vittime è sempre la Lombardia con 60 vite spezzate sul luogo di lavoro, seguita dall’Emilia Romagna (42), dal Piemonte (39), dal Veneto (38), dalla Toscana (34), da Sicilia e Campania (32), dal Lazio (29), dalla Puglia (28)
Quando, poi, gli esperti di Vega Engineering calcolano le morti bianche rispetto alla popolazione lavorativa la fotografia dell’emergenza cambia contorni e mutano quindi anche le classifiche. In questo caso in prima posizione si trova la Valle D’Aosta con un indice di incidenza pari a 70,9 contro una media del Paese che arriva a quota 26,1; seguono: l’Abruzzo (44,5), il Trentino Alto Adige (38,6), il Molise (36,1) e l’Umbria (27,3). A far registrare i risultati migliori in tal senso sono invece le regioni che numericamente contano più vittime. Come il Lazio che ha un indice di incidenza pario a 12,9, la Lombardia (14), il Veneto (18).
In cima alla graduatoria è la caduta di persona dall’alto (23,9 per cento delle morti bianche verificatesi in Italia nei primi dieci mesi del 2011), seguita dal ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (22 per cento dei casi); terza lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (18,3 per cento). Per investimento di mezzo semovente è deceduto il 7,2 per cento dei lavoratori e per contatto con organi lavoratori in movimento il 5,7 per cento. Il 3,9 per cento a causa di un tragico contatto con oggetti o mezzi in movimento; il 3,7 per cento per contatto elettrico (diretto e indiretto); per un’esplosione il 2,6 per cento così come per annegamento e seppellimento o sprofondamento.
Le donne decedute sono 12 in dieci mesi cinque nel solo mese di ottobre. Gli stranieri che hanno perso la vita sul lavoro in Italia sono 54, vale a dire l’11,8 per cento delle morti bianche del nostro Paese. Si tratta soprattutto di rumeni (44,4 per cento della popolazione straniera deceduta sul lavoro) e albanesi (11,1 per cento).
Le fasce d’età più a rischio sono quelle di quarantenni e cinquantenni (197), ovvero il 43,1 per cento delle 460 morti bianche. Ma resta preoccupante anche il numero di vittime tra gli ultrasessantenni (138 persone, pari al 30,2 per cento dei casi).
07 Novembre 2011
Fonte: Vega Engineering