Data l’attuale situazione d’emergenza presente e di fronte al rischio, sempre più concreto, che qualche azienda possa dover rispondere di un caso di infezione da SARS-CoV-2 di qualche lavoratore, risulta di vitale importanza approfondire il tema delle eventuali responsabilità penali dei Datori di lavoro.
In accordo con il Governo il 14 marzo sindacati ed aziende hanno firmato un Protocollo per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio dal virus e garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro. Il protocollo è stato successivamente integrato il 24 aprile ed è inserito come allegato 6 nel DPCM 26 aprile 2020.
L’articolo 42 del Decreto 18/2020 (decreto Cura Italia) precisa che nei casi accertati di infezione da coronavirus in occasione di lavoro, il medico certificatore, considerato tale contagio come infortunio sul lavoro, redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’INAIL che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato.
Di particolare dibattito risulta l’eventuale responsabilità civile o penale del datore di lavoro che operi nel rispetto delle regole in caso di contagio da coronavirus sul luogo di lavoro, data la vasta diffusione del virus e la molteplicità di modalità di contagio (ancora in fase di studio).
Il 6 maggio è stata presentata un’interrogazione parlamentare per evidenziare la mancanza di un provvedimento del Governo che permetta l’accertamento del nesso di causalità tra la specifica attività lavorativa espletata ed il contagio.
Questo un estratto di quanto dichiarato dal sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, nella sua risposta all’interrogazione:
“Mi preme a questo punto evidenziare che, per quanto riguarda le conseguenze per i datori di lavoro cui fanno riferimento gli odierni interroganti, si può ritenere che la diffusione ubiquitaria del virus Sars-CoV-2, la molteplicità delle modalità e delle occasioni di contagio e la circostanza che la normativa di sicurezza per contrastare la diffusione del contagio è oggetto di continuo aggiornamento da parte degli organismi tecnico-scientifici che supportano il Governo, rendono particolarmente problematica la configurabilità di una responsabilità civile o penale del datore di lavoro che operi nel rispetto delle regole.
Una responsabilità sarebbe, infatti, ipotizzabile solo in via residuale, nei casi di inosservanza delle disposizioni a tutela della salute dei lavoratori e, in particolare, di quelle emanate dalle autorità governative per contrastare la predetta emergenza epidemiologica.”
Le dichiarazioni del sottosegretario rimarcano di fatto l’importanza per i datori di lavoro dell’adozione di misure specifiche di prevenzione, attraverso il Protocollo–Anticontagio.