Sembrano consigli superati ma tante volte servono a salvare la vita. Tra la fine del pasto e il tuffo in mare è meglio far passare qualche ora, come spiega il prof. Mario Marzilli, direttore dell’ Unità Operativa di Cardiologia Universitaria all’ Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana.
Le nostre nonne avevano ragione: tra la fine del pasto ed il tuffo in mare è prudente attendere qualche ora, anche se non si può generalizzare. E’ un discorso ancor più valido per i bambini, difficili da trattenere nella loro esuberanza.
Ecco cosa succede normalmente dopo aver mangiato e quali sono i possibili inconvenienti gettandosi in subito in acqua:
1) Per facilitare la digestione, l’ organismo accumula una grande quantità di sangue a livello dello stomaco. Si tratta di un meccanismo che mantiene però l’ equilibrio circolatorio fra i vari organi come cuore e cervello.
2) I tempi dipendono soprattutto da cosa e quanto si sia ingerito. Cibi più complessi e grandi quantità allungano più o meno sensibilmente la fase digestiva.
3) L’ impatto con l’acqua non è un fattore secondario. Data l’elevata temperatura dell’aria e la sua umidità, il divario è ancor più vasto durante l’ estate. E’ opportuno cominciare a bagnare prima gambe, braccia, torace, evitando l’ immersione rapida, in pratica il tuffo.
4) Dove cominciano i guai? In un soggetto apparentemente sano, lo stimolo maggiore – specie nell’ immersione rapida e totale – lo vive il sistema nervoso “parasimpatico”, cioè il nervo vago, che controlla la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. In seguito allo stimolo, si genera quello che in gergo tecnico si chiama “riflesso vagale” con il calo più o meno marcato sia dei battiti del cuore che dei valori pressori.
5) Si tratta di un evento delicato e pericoloso in quanto si determinano due fenomeni che, insieme, sono davvero dannosi. Vasodilatazione nella circolazione degli arti e del cervello e rallentamento delle pulsazioni: così al cuore e alle strutture cerebrali arriva meno sangue. Bastano pochi minuti di questa situazione e avviene il decesso.
6) E’ un po’ come se si ricevesse un forte pugno allo stomaco, il cosiddetto plesso solare, di quelli che tolgono il fiato oppure uno stress emotivo, uno spavento, per i quali non di rado si può anche morire. La morte avviene per arresto cardio-respiratorio.
7) Ecco perché, nei bambini, la vacanza al mare con l’alimentazione e la voglia del bagno deve essere attentamente controllata. Ovviamente nella maggioranza dei casi l’attenzione non è così serrata, piccoli e grandi fanno il bagno in qualsiasi momento senza alcuna conseguenza. Si tratta di scelte comportamentali che derivano il più delle volte dall’ esperienza dei singoli genitori. In ogni modo, la prudenza, a conti fatti, non appare mai troppa.
8) Meglio, in una giornata-tipo, fare una bella e completa colazione e poi lasciare almeno tre ore d’intervallo, anche per dar modo all’acqua del mare o della piscina di riscaldarsi di qualche grado.
9) In base all’età, alle condizioni atmosferiche, non eccedere mai nel tempo d’immersione. Le famose dita viola e rigate possono essere un valido parametro d’informazione soprattutto per il bambino, capace dunque di autogestirsi.
10) Un ultimo suggerimento è quello di spiegare bene ai bambini dove stanno per fare il bagno e non lasciarli mai da soli, ma sempre in compagnia o sotto l’occhio di qualcuno.